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Croxetti di Varese Ligure

croxetto presidio Slow Food

Origini e Storia

Il fatto che il nome dei Croxetti sia stato coniugato nel tempo con una miriade di nomi e fatture diverse non è né un caso né una conseguenza dei territori, delle popolazioni o di agenti esterni, ma risiede nel fatto che ha avuto due fonti diverse da cui è provenuto, sud della Francia in Provenza (Crosets) ed estremo levante Chiavari Lavagna Sestri e Varese Ligure (Croxetti), proprio dall'incontro di nomi e fattezze simili sono nati fraintendimenti, errori e le distorsioni che possiamo rilevare ai giorni nostri. Allo stato attuale per poter spiegare e dare, alla luce della ricerca storica, un nome ed una residenza corretta, a questo tipo di prodotto, bisogna partire dall'origine che ci riguarda; parliamo del periodo storico occupato dalla Repubblica Marinara di Genova (1099-1797) periodo questo in cui la stessa oltre ad assolvere tutti i compiti e le questioni relative alla gestione dell'importante territorio faceva anche tutte quell'insieme di azioni pratiche che necessitano e competono ad uno stato vero e proprio quale era, uno di questi, quello di battere moneta.

Genovini anche detti Cruxette

Il fatto poi che quasi in tutte le monete fosse riportata la croce contribui sicuramente alla denominazione della pasta fatta in casa di cui noi ora stiamo parlando. Perché però arrivare a coniare in casa con questa metodologia tipica delle Zecche, la cosa deriva dal fatto che, anche se erano sotto il dominio della Serenissima, le varie Podesterie, soprattutto quelle più isolate nell'interno battevano anche proprie monete locali per cui sull'onda di questa pratica pensiamo si sia inserita questa per osmosi o meglio ancora per "Frenesia da Conio". croxetti di varese ligure origine e storia Era la pasta delle grandi occasioni e delle feste, non mancano al proposito documenti a supporto della loro presenza e della loro notorietà (*)

(*) Elencazione degli alimenti acquistati con le relative spese sostenute dalla Repubblica di Genova in occasione del pranzo offerto alla delegazione Reale del Marocco(1729)

Da quella che racconta l'omaggio del suocero alla vigilia delle nozze alla futura nuora con vassoio di Croxetti corredati da relativo stampo in legno a quella di quando Elisabetta Farnese principessa di Parma e Piacenza, passando da Varese Ligure nel suo viaggio di trasferimento verso la Spagna per andare in sposa al re Filippo V, soggiornò presso la famiglia nobile del luogo (Famiglia Cesena), la quale cucinò in suo onore, il piatto riservato ai giorni importanti o di festa, i CROXETTI.

Barone Antonio Maghella, nato a Varese Ligure il 10 settembre 1766 e morto a Borsa (Maissana) il 9 aprile 1850. Studiò filosofia nel collegio dei padri della Missione e si laureò in diritto a Genova. Nel 1797, durante i moti repubblicani, si recò a Vienna come segretario di Antonio Ferrari, incaricato di una missione diplomatica. Tornato in Liguria, nel 1799 fu eletto deputato al consiglio dei iuniori, schierandosi nel partito moderato. Dopo Marengo, fu membro della commissione governativa nominata da Napoleone Bonaparte, assumendo la direzione del Ministero di polizia. Nel 1802, con la nuova costituzione, divenne membro del senato genovese, con l'incarico della polizia generale. Nel 1805, partecipò a una deputazione a Milano per rendere omaggio a Napoleone I. Dopo l'annessione della Liguria alla Francia, fu nominato membro della Regia dei sali e tabacchi nei dipartimenti al di qua delle Alpi. Fu membro del Corpo legislativo francese e deputato al Corpo legislativo per il dipartimento degli Appennini. Gioacchino Murat, re di Napoli, gli offrì il posto di prefetto di polizia e consigliere di stato, incarichi che mantenne fino al 1812. Nel 1814, consigliò Murat di rinunciare ai suoi diritti sulla Sicilia e intraprese missioni diplomatiche. Nel 1815, fu trasferito a Mantova e poi consegnato al governo sardo, che lo internò a Fenestrelle. Dopo essere stato liberato, si ritirò a Varese Ligure, dove fu anche sindaco nel 1834. Morì nel 1850 nella sua tenuta di Borsa. Parte delle sue sostanze furono lasciate al fratello Vincenzo per la creazione in Varese Ligure di un asilo infantile e per l'istituzione dell'Opera Pia Maghella. Il conio in legno dei Croxetti voluti espressamente dal Barone per la sua famiglia, si trovano tuttora custoditi gelosamente ed utilizzati regolarmente dalla stessa, che come cimeli di un tempo passato, con il loro utilizzo, rinnovano memorie e ricordi di momenti conviviali a quel punto indimenticabili.



Si possono trovare di dimensioni da 55 a 65 mm con disegni diversi, semplici o elaborati come stemmi nobiliari di famiglia, a seconda di chi aveva commissionato il "conio" ma tutti volti a lasciare un fugace segno sulla pasta che si vanificava col suo consumo, per riapparire come di incanto la festa successiva. Più che legato ad uno specifico luogo, durante lo studio di ricerca sulla storia della particolare pasta fresca abbiamo rilevato che la presenza e la tradizione dei Croxetti riguarda, si tutto il levante, ma si è conservata intatta nel nome e nella formula degli ingredienti solo e particolarmente nell'entroterra meno soggetto a contatti e contaminazioni dovute alla presenza di genti diverse, è il caso della Val di Vara e nello specifico di Varese Ligure, per chiarire, vero che da Genova in direzione est, per capirci il golfo del Tigullio, tutte le comunità, chi più chi meno, conoscevano e conoscono i croxetti, ma nessuna per i motivi anzi descritti è riuscita a mantenere le caratteristiche identitarie che abbiamo ritrovato in provincia di La Spezia. A tale proposito mi piace fare un esempio sempre riferito alla storia della nostra regione, l'antica parlata o lingua genovese, quella più pura col passare del tempo si è potuta trovare e riscoprire più nelle popolazioni "espatriate" come quelle migrate nel nord della Tunisia nell'isola di Tabarca (Corallari) poi ulteriormente fuggite perchè perseguitate a Carloforte in Sardegna, che nella stessa Genova dei giorni nostri. Relativamente alla manifattura del conio in legno potremmo dire che esistono due tipologie di diametro e di fattura diversa, sulla zona del Tigullio di diametro più piccolo e meno curato come cesello, mentre nella zona di Varese Ligure, quella di riferimento, di diametro Maggiore, 55/65 mm con intaglio a cesello più curato e soprattutto funzionale allo scopo nel suo utilizzo, facendo sì di poter lavorare meglio la sfoglia o quantomeno di staccarla con facilità dallo stampo inferiore e superiore, grazie ad una lavorazione circolare a diamante vicino all'estremità del bordo del cerchio.
Altra variazione, questa solo nella zona del Tigullio, Chiavari, Lavagna e Sestri a volte capita che la faccia impressa e in rilievo sia solo una, il fatto non inficia la validità della tradizione in quanto la stessa prevede due opzioni, sia con una faccia stampata che con due come nel caso di Varese Ligure. E' curioso riscontrare come questa pasta si possa trovare in un'ampia area o meglio fascia geografica che va dal Sud del Piemonte, Novi Ligure, fino ad arrivare nella zona del Parmense e in Lunigiana per poi spingersi sino addirittura a Firenze.

I disegni storici frutto di una ricerca sul territorio pecuniariamente prediligono incisioni profonde e semplici dove la stesse provocano, con i forti rilievi alla pasta, un'ottima attrattiva per il sugo oltre a dare a chi li mangia piacere e soddisfazione nella masticazione potendo riscontrare parti alterne al dente, dove il conio ha rilievi, in contrapposizione alle parti più morbide, quelle più sottili, dove il conio non presenta incisioni, entrambe qualità derivate dal disegno/intaglio impresso sulla pasta dal fregio del timbro ligneo. I Croxetti vengono ancora oggi regalati tra le famiglie per tutti gli anniversari importanti da ricordare e come un tempo alle coppie che si sposano come regalo di nozze magari non più dal suocero alla nuora come ai primordi ma come semplice regalo a chi convoglia a nozze, ovviamente riportando le iniziali dei due sposi.

La farina

Il presidio prevede rigorosamente l’uso di farine provenienti dalle zone limitrofe al luogo dove la manifattura del Conio ha radicato in tradizione questo tipo di Pasta fresca. Partendo dal grano quindi, sicuramente in passato vi erano più tipi di grani ma purtroppo oggi con l’abbandono delle pratiche agricole da parte della popolazione si recuperano sul territorio pochissime specie di grani antichi come ad esempio il “Bianco delle Valli di Suvero”, tra questi spicca e viene coltivato tutt’oggi 'Avanzi 3', in onore del famoso genetista Enrico Avanzi, più volgarmente conosciuto anche come Grano 23. E’ una varietà di frumento tenero, autoctona Lunigianese, riscoperta e iscritta nel Repertorio regionale e all’Anagrafe nazionale dell’agrobiodiversità. Questo tipo di grano, abbandonato da tempo in quanto meno produttivo e vulnerabile a causa dell’alto stelo, che lo rendeva fragile agli effetti del vento, produce una farina estremamente morbida, con poca forza e poco glutine. Per questo i Croxetti ottenuti dalla stessa risultano leggeri e digeribilissimi.

La pasta

La ricetta regina della pasta, quella prevista dal disciplinare del presidio omonimo, è nella sua semplicità una e una sola, 3 etti di farina 1 uovo, un pizzico di sale e mezzo bicchiere di acqua tiepida. Altra ricetta prevede l'utilizzo di più uova, 2 in 3 etti di farina, un pizzico di sale, mezzo bicchiere di acqua tiepida e 1 o 2 cucchiai di vino bianco.

LA RICETTA

Era la pasta delle grandi occasioni, da consumarsi nelle riunioni di famiglia di una certa importanza. Un tempo la si condiva con “U Tuccu”, un ragù di carne. Adesso va molto di moda in abbinamento con una salsa bianca a base di pinoli e maggiorana, burro e parmigiano. La ricetta per preparare i croxetti alla ligure per 4 persone. Ingredienti per la pasta: 6 etti di farina, 2 uova, un bicchiere d'acqua tiepida, sale. In una spianatoia fate una montagnola con la farina rigorosamente del territorio e possibilmente di grani antichi, esempio grano 23, aggiungete tutti gli ingredienti, impastate fino a ottenere una pasta omogenea, fatela riposare per 15 minuti e spianatela con mattarello o a macchina con rulli, poi tagliate i medaglioni con la parte a fustella del croxetto stesso e contemporaneamente imprimete bene i disegni sulle facce delle lasagnette tonde.


I CONDIMENTI
Storia: Nei secoli hanno subito ovviamente modifiche dovute a più fattori, facilità di approvvigionamento delle materie prime, cambiamento degli stili di vita e di conseguenza dei gusti. All'inizio i condimenti erano molto semplici quasi basici, mutuati dalle dominazioni medievali della Serenissima in Oriente per cui troviamo praticamente l'utilizzo dell'aglio abbinato ad altri ingredienti come semi oleosi, noci e pinoli oltre alle scontate erbe aromatiche o aromi come in primis la maggiorana e comunque sempre In abbinamento all'olio di oliva ed al formaggio, che nel periodo della Repubblica di Genova consisteva quasi esclusivamente del pecorino sardo e/o corso, solo alla fine del settecento e primi dell'ottocento tra gli ingredienti compare l'utilizzo del Parmigiano Reggiano, del burro (per mantecare) e del basilico. Con l'aumento degli allevamenti di bestiame, soprattutto nell'entroterra, abbiamo un passaggio all'utilizzo della carne nei sughi primo e più conosciuto tra questi è quello di vitella o manzo nella coscia o nella culatta chiamato "Tuccu", anche se non mancavano altre variabili con animali a carne bianca da cortile.

Condimento bianco pinoli e maggiorana:
Ingredienti per la salsa ai pinoli e maggiorana: 150 g di pinoli, mezzo spicchio d'aglio, un po' di maggiorana, olio quanto basta, un po' di latte (per ammorbidire) e una noce di burro. Per preparare la salsa, tritate i pinoli con mezzo spicchio d'aglio e un pugnetto di maggiorana. Unite l'olio, un po' di latte e il burro. Fate bollire la pasta per 5 minuti circa, colate e condite con battuto di pinoli parmigiano reggiano e sopra a finitura foglioline intere di maggiorana. Cotti i Croxetti in acqua salata e tolti dalla stessa con la schiumarola predisporre una padella, adagiarli appena scolati con l'accortezza di aggiungere nella stessa un goccio d'acqua di cottura mantecando leggermente con la salsa il tutto. Si raccomanda di impiattare con l'accortezza di pre riscaldare il contenitore che conterrà la pasta condita fiamminghina o singolo piatto che sia.

Condimento con sugo di carne: “U Tuccu”
“U Tuccu” Genovese è un sugo di carne tipico ligure, preparato con un pezzo intero di muscolo di vitello rosolato e sfumato con vino rosso. Si aggiunge un soffritto di cipolla, sedano e carota, poi si unisce passata di pomodoro concentrato, funghi secchi, alloro, rosmarino e un chiodo di garofano. Il tutto cuoce lentamente per almeno 3 ore a fuoco basso, fino a ottenere un sugo scuro, denso e saporito. Cotti i Croxetti in acqua salata e tolti dalla stessa con la schiumarola basterà unirli al sugo senza altri particolari accorgimenti.